Quale futuro per la caccia in Italia ? …….

Quale futuro per la caccia in Italia ?

Siamo un popolo in estinzione e solo una grande prova di coraggio ci può salvare: associazione unica

Una lobby forte capace di difendere, sostenere e farsi ascoltare . Un unica associazione al cui vertice occorre vi siano dirigente “formati”

 

La caccia…quale futuro

Quale futuro – Non sappiamo esattamente in quanti siamo, se settecentomila, seicentomila oppure meno ancora, ma il dato certo è che i cacciatori in Italia sono da tempo costantemente in calo . Un emorragia che non si arresta e che identifica il mondo venatorio in una “generazione” di anziani …per dirla con rispetto.
I motivi sono tanti, compresi quelli di natura economica, che dal 2011 ad oggi hanno visto sparire quel ceto medio che teneva su l’Italia e che oggi si specchia nella disoccupazione e nella povertà. I giovani che si appassionano ala pratica venatoria sono sempre meno e i paletti che ci mettono lungo il cammino, per farci desistere, sono sempre maggiori.
Oggi però, più che mai, riscontriamo l’assenza di una “classe” compatta e omogenea pagando l’assenza di una associazione unica che ponga sotto il proprio ombrello tutti i cacciatori d’Italia. Un’unica associazione capace di farsi intendere ma sopratutto di farsi rispettare.
La situazione è sotto gli occhi di tutti: tante associazioni ( fra grandi, meno grandi e piccole, riconosciute e non….) che si contendo un giardinetto di tessere sempre più piccolo e sempre maggiormente preoccupato per ciò che potrebbe accadere.
Invece di restare uniti, di remare tutti nella stessa direzione, ci dividiamo e litighiamo fra di noi come in un assemblea di condominio-.
L’associazione unica, una grande associazione, dovrebbe, come base di partenza, nascere da una classe dirigente preparata. Si parla tanto di “cacciatore formato” ma mai di “dirigente formato” ed è di questo che oggi se ne reclama il bisogno. Il compito di un associazione non dovrebbe essere solo quello vendere assicurazioni al miglior prezzo, ma sopratutto quello di guidare i propri tesserati verso un cambiamento radicale nel rapporto uomo-natura-ambiente, nel porsi e nel proporsi come riferimento al cospetto di una società civile che ci guardi traverso e che ci attacca sistematicamente in maniera organizzata.
Una sola bandiera per tutti che sappia calamitare l’interesse comune dei cacciatori, dei produttori armieri e di tutte quelle sigle che gli ruotano attorno ma di cui si sa ben poco perché, tolto qualche comunicato, sono distanti dalla base dei cacciatori, fondazioni e consorzi vari che si esprimo bene, in giacca e cravatta, ma che non raccolgono le voci della base.
Tra qualche giorno a Vicenza, ci sarà Hit 2019, il salone della caccia in Italia, che richiama migliaia di cacciatori e già si annunciano dibattiti e convegni di varia natura, con esperti, professori e avvocati che magari non hanno neppure la licenza di caccia.

Quale futuro ? – Va bene tutto, vanno bene anche queste iniziative, ma la strada è un altra e presto potrebbe essere tardi per tutti. Non dimentichiamo poi che i cacciatori rappresentano ancora un buon bacino di voti e che tra poco, se ancora non l’hanno già fatto, torneranno a strattonarci per la giacchetta per le elezioni europee.

Una sola domanda : vogliamo continuare ad essere quelli che si fanno incantare ? I risultati li abbiamo già visti e di passi in avanti “zero” !

 

BDM – Caccia e Dintorni sempre sulle tracce della passione

 

 

 

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3 Commenti

  • Ferdinando Ratti

    L’unità tra cacciatori cè già stata in passato; vorrei rammentare a chi è corto di memoria storica, la fine ingloriosa fatta fare a CIAV e UNAVI;e a chi possiamo addossare la colpa di questo???
    cordialità

  • Buonasera è vero che tra un paio di anni la caccia diventerà privata?

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