Una lettera scritta con il cuore e con tanta saggezza.

Gianni Fava

Gianni Fava

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo volentieri questa lettera aperta destinata all’Ass.re regionale lombardo con delega alla caccia Gianni Fava.  Una lettera di un vecchio cacciatore scritta con il cuore e con la testa. Non abbiamo la speranza che l’Ass.re lombardo la legga e che risponda, perché sicuramente sarà in altre faccende affaccendato, ma quello che ci ha scritto questo gentile cacciatore meritava sicuramente di essere condiviso in quanto  i concetti espressi sono le aspettative di tantissimi appassionati.

La redazione

 

LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE GIANNI FAVA

Egregio Assessore,

mi chiamo Leone Valoti, classe 1932, di Cornale frazione di Pradalunga, sono un vecchio cacciatore bergamasco migratorista, la passione della mia vita, oltre al lavoro e la famiglia, è la caccia, quella da appostamento fisso.

Ora che sono in pensione, con una vita di lavoro alle spalle, vorrei godere gli anni che mi restano, continuando ad esercitare l’attività venatoria che pratico sin da quando ero un giovine ragazzo. Il mio compare di caccia ha superato come me gli 80anni, raggiungiamo in due gli oltre 160anni e ci rechiamo al capanno insieme, con la stessa passione di una volta.

Quando ho iniziato io ad andare a caccia, non c’erano tutte queste regole, non esistevano gli ambiti territoriali – ATC – né limitazioni al carniere ed alle specie cacciabili, tantomeno le deroghe. Gli uccelli da richiamo venivano catturati in gran numero e venduti a buon prezzo e non c’era alcun tipo di anellino.

Ora la situazione è nettamente cambiata, troppo complessa, regolata e segnata da una serie di adempimenti che per noi vecchi sono impraticabili al punto che molti anziani hanno rinunciato attaccando il fucile al chiodo. Il colpo finale è stata l’introduzione della nuova banca dati per i richiami vivi e gli anellini metallici.

La mia generazione è quella che ha consentito al nostro Paese una ripresa e rinascita nel dopoguerra rimboccandosi le maniche, lavorando sodo, ma non si ritrova con la burocrazia né con il calcolatore elettronico e il GPS per fare la “Georeferenziazione” del mio capanno. E’ stato per me umiliante ricorrere all’aiuto dei volontari della mia Associazione venatoria che si sono prodigati per mettermi in regola con le disposizioni di Regione Lombardia.

Ora mi chiedo e Le chiedo che fine farà la caccia da appostamento e che fine faranno i roccoli, andando avanti di questo passo, non rimarrà nulla delle nostre tradizioni.

Non consentire la caccia al fringuello e la peppola che godono di buona consistenza e salute è forse il prezzo da pagare da chi e per che cosa?

Tanti cacciatori che se lo possono permettere vanno all’estero in Europa, ove tutte queste limitazioni non ci sono. Allora Le chiedo se l’Europa serve solo quando c’e’ da pagare piu’ tasse e non andare a caccia come in Francia, per non dire in Romania! Ma veniamo al dunque, vorrei farLe un appello: cerchi di porre rimedio allo scempio causato dalla banca dati e dagli anellini metallici.

Modificare e semplificare si può, ma bisogna vedere se vi è la disponibilità a farlo. Io glielo chiedo ad alta voce, con la dignità e l’orgoglio di chi non chiede l’elemosina, ma è fiero e orgoglioso di essere cacciatore.

In fede                                                           Leone Valoti

 

Bergamo, 13 ottobre 2014

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3 Commenti

  • COLOMBO MAURO

    NON CE DA COMMENTARE UN VERO CACCIATORE DA FARE RADDRIZZARE LA PELLE

  • francesco cestaro

    Io non sono cacciatore e mi inchino a questo signore che con la sua lettera fa capire la passione e l’amore che prova ci sarebbero tante altre cose da dire ma i pettegolezzi si lasciano a persone non competenti.

  • osvaldo bonetti

    bellissime parole scritte con il cuore e l’amore per questa passione. Chi sta’in alto non interessa tutto questo ,la classe politica ha cose piu’ importanti da fare ….non so’cosa. grande VALOTI

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