Una categoria dimenticata – Cosa chiediamo .. ?
Una categoria dimenticata. La caccia è senza futuro ? …. Basterebbe solo un pò di buona volontà
Una categoria dimenticata – Dopo il voto si chiede immediato riscontro
Una categoria senza dimenticata – Mai come quest’anno stiamo vivendo una situazione che a definire “paradossale” non è certo esagerato. Una situazione penalizzante per diverse migliaia di cacciatori che ancora oggi attendono di sapere se, come e quando, potranno iniziare la stagione 2002-23. L’incalzante ricorso ai Tribunali amministrativi da parte delle sigle animal-ambientaliste ha di fatto minato la nuova stagione ma anche la fede di chi intende praticarla. La “regia” ISPRA – TAR, anche se a macchia di leopardo ha colpito pesantemente.
Sebbene nella maggior parte le Regioni e gli assessorati di competenza abbiano pubblicato e reso noti i calendari entro i termini di legge, con piccoli scostamenti (dai pareri ISPRA peraltro non vincolanti) del tutto legittimi e suffragati da pagine e pagine di studi scientifici, i giudici dei Tribunali amministrativi hanno dato interpretazioni diverse, accogliendo o respingendo le richieste di sospensione senza una riconosciuta conoscenza di causa.
Da ormai qualche anno stiamo assistendo ad un accerchiamento sempre più stringente dei confronti della caccia. Sistematicamente, quest’anno ne abbiamo avuto abbondante riscontro, si punta ad accorciare la stagione venatoria, a ridurne le specie cacciabili e diminuirne carnieri.
Fallito miseramente l’ennesimo tentativo di andare a “referendum” è come si fosse messo in atto una vera strategia pilotata dalle note sigle anti-caccia e ben supportata da ISPRA e TAR che hanno dato vita ad una collaudata azione sinergica. Se però da una parte queste note sigle agiscono facendo il loro compito, quello che è incomprensibile risulta essere la posizione delle altre componenti in gioco, che dovrebbero essere quanto meno “super-parters” disponendo e giudicando in base alle regolamentazioni vigenti e alla legge 157, che, piaccia o no, è ancora l’unica Legge quadro che tutela la fauna selvatica disciplinandone il prelievo.
Potremmo discuterne e disquisire per ore o per giorni ma la situazione resta quella a cui tutti noi stiamo assistendo e stiamo vivendo sulla nostra pelle.
Dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia alle Marche, alla Campania e alla Sicilia, si registrano tutta una serie di pareri contrastanti che restano incomprensibili e che stridono con la realtà dei fatti. Il tordo o il germano che passa in Lombardia è lo stesso che attraversa l’Emilia. Fa piacere, ci mancherebbe altro, che gli amici emiliani possano cacciare, quello che non piace sono “i due pesi e le due misure” dei TAR regionali.
Non voglio parlare del solito “politicamente corretto” che conosciamo bene e che siamo stufi di sentire come fosse una inappellabile giustificazione, e non voglio neppure che passi il concetto che i cacciatori chiedono chissà quali agevolazioni. Quello che si pretende è solo il rispetto delle regole e la loro corretta applicazione, la conoscenza della materia e l’imparzialità di giudizio.
Con questo è ormai il secondo anno di fila che in certe regioni la pratica venatoria inizia dal 1° ottobre e andando avanti potrebbe essere sempre peggio.
Come uscirne da questa situazione, ammesso di essere ancora in tempo ?
- Rimanendo compatti e solidali fra di noi, perché non esistono forme di caccia ( anche se sappiamo bene che qualcuno lo pensa) più importanti di altre.
- Gettando le basi con quello che sarà il nuovo Governo e i nuovi referenti politici per cercare studiare e attuare una nuova Legge 157 che sia un modello su base europea adatta e in sintonia con le nuove esigenze di tutela della fauna selvatica a cominciare dagli ATC e dalla loro rimodulazione.
- Collaborazione totale fra le varie associazioni e le Università per la produzione di studi scientifici concreti (basati anche sulle attività Osservatori ornitologici regionali). Alle regioni e agli assessorati di competenza il compito di stilare calendari conformi dotandosi di tutti gli strumenti necessari (vedi Piano Faunistico, valutazioni d’incidenza ecc.) per non offrire il fianco ai nostri nemici.
I cacciatori in Italia sono in calo costante da anni ma per fortuna sono ancora tanti e gli introiti che garantiscono costituiscono una buona entrata alla quale Stato e Regioni non vorrebbero rinunciare. Senza contare che la caccia produce lavoro e quindi occupazione per circa 100mila persone.
Ai nuovi governati, ai nuovi ministri, a quella fetta del mondo politico che si dichiara favorevole, a chi avrà il potere ( e il dovere) di farlo … chiediamo un veloce riscontro. Basta promesse, dichiarazioni e bla..bla.. bla.. !
Michele Casale – antropologo e naturalista
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