The Revolution Kind – lo sfogo di un cacciatore
The Revolution Kind – lo sfogo di un cacciatore
Pubblichiamo volentieri questo scritto che ci ha inviato Danilo, un cacciatore come tanti, stanco delle vessazioni, delle provocazioni e degli insulti gratuiti a cui è sottoposta la nostra passione.
The Revolution Kind
Come potete giudicare, come potete condannare, ma chi vi credete che noi siamo? Facciamo così, perché sappiamo, che nessun male si possa fare. E se questo modo di pensare, a voi non va, cercate solo di capire, che non abbiamo fatto male mai! E se poi, vi fermaste un pò a guardare e con noi parlare, v’accorgereste certo che, non abbiamo fatto male mai!
Quando per strada noi passiamo, voi vi voltate per guardare e ci vuole poco a immaginare quello che state per pensare, ma non dovreste giudicare per i fucili o i cappelli che portiamo,
perché se poi vi fermaste un po’ ad osservare, V’accorgereste certo che, non abbiamo fatto male mai!
Un famoso gruppo musicale, molti anni orsono, cantava molte delle parole da cui prendo spunto oggi, per la nostra categoria più azzeccate che mai.
Giudicati, bistrattati, malvisti e mai osannati, veniamo sempre calpestati e insultati, solo perché pratichiamo quello che la nostra passione ci impone. La conservazione, l’amore e il
rispetto più profondo per la Natura. Già, perché il cacciatore è colui che osserva, mantiene, cura il territorio, tutela gli habitat e la biodiversità, affinché rimanga immutata la cruenta
danza della natura, fatta di vita e di morte. Sappiamo bene che non può esistere la caccia in un ecosistema compromesso per sempre. Voi lo sapete? …. Ma se poi vi fermaste un pò
a guardare, osservare e con noi parlare, v’accorgereste certo che, non abbiamo fatto male mai!
L’evidenza la scrive la storia, infatti entrando volutamente nel merito, specie oggetto di pressione venatoria importante come Colombacci o Tordi sono più che in ottima salute e
costantemente in crescita, come sono migliorate anche qualitativamente le popolazioni di Cervi e Caprioli, grazie, o per qualcuno a causa della caccia di selezione.
Poi l’annosa questione del cinghiale con i suoi paradossi. Prevista l’eradicazione della specie e poi ci si vieta la caccia o la si regolamenta a tal punto che conviene non andare. Mandiamo
l’esercito, grida qualcuno, poi fantozzianamente impantanato alla prima difficoltà.
Così, Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite, ai continui ricorsi al TAR, alle urla ambiguamente scomposte delle televisioni e di politicanti professionisti, a dirigenti imbonitori e ricorrenti indomabili. Io dico addio ad ambientalisti da salotto che dimostrano soltanto vuoti di pensiero, a tutti quelli che inneggiano alla vita augurando la morte e a tutte quelle vostre glorie vuote da coglioni.
Io, figlio d’una realtà rurale, cresciuto fra i saggi ignoranti di paese, ormai campagnolo inurbato, so di non sapere niente, perché, per colpa d’altri, vada come vada, a volte,
sbagliando, mi vergogno di essere un cacciatore…
Arrivo a scrivere qui con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma come Guccini insegna e i Nomadi cantano, a voi dedico queste parole da poco, ricordandovi
semplicemente che se poi vi fermaste un po’ a guardare e con noi parlare, V’accorgereste certo che, non abbiamo fatto male mai!
Danilo Micali – cacciatore
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