La caccia è aperta, al via la nuova stagione.
La caccia è aperta !
Si apre la nuova stagione ma senza il fucile
Si è ufficialmente aperta la caccia alla poltrona. Già, che avevate capito ? …. Che si fosse riaperta la stagione venatoria ? … Per ora scordiamoci le belle giornate trascorse immersi nella natura e scordiamoci i carnieri. La caccia che si è aperta è un un’altra.
In vista del rinnovo del Parlamento e delle Regionali nella primavera del 2023 si stanno già consumando “trame e tramini” anche fra cacciatori, nonostante vi sia ancora qualcuno che candidamente pensa che la pratica venatoria sia trasversale alla politica. Beata innocenza .. oserei dire.
Ma vediamo di capirci qualcosa e comprendere meglio la situazione. Come sapete in Italia di partiti e partitini ce ne sono già tanti, ci manca solo quello di cacciatori e poi siamo a posto. Qualcuno per la verità ci sta pensando ma sembra essere più un armata brancaleone che altro. Un modo per tirare a casa qualche tessera a pagamento in cambio di promesse vane.
Attenzione che dal 2023 saranno eletti meno deputati e meno senatori. Esattamente La Legge Costituzionale del 19 ottobre 2020 prevede la riduzione dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi e questo significa che (quasi) necessariamente, per i soliti favoritismi, qualcuno di quelli che non troverà un posto in lista andrà ricollocato altrove, ad esempio nei consigli regionali o nelle partecipate.
Ma torniamo a noi, alla caccia e ai cacciatori. Con la Lega in fase calante, quella a cui l’intero mondo venatorio aveva fatto riferimento fino a 4 anni fa, sono molte le adesioni anche dell’ultima ora a FdI, che per dirla in tema questo si chiama il salto della quaglia.
Ora sono tutti attratti dal “giorgiano” partito come fosse la panacea di tutti i mali, delle delusioni e degli arretramenti subiti in questi anni. C’è chi sgomita in superficie e chi lo fa nel torbido (per non dare nell’occhio) per avere un posto in lista. C’è chi spera nella riconferma e c’è chi trama contro la riconferma.
Le promesse sono sempre quelle… un po’ alla #cettolaqualunque : “più caccia per tutti” … .
Da qui alla primavera 2023 ne vedremo delle belle con tanti ex di qui ed ex di la che ambiscono ad uno scranno contando proprio sul voto dei cacciatori, che loro malgrado saranno ancora tirati per la giacchetta. Il rischio sarà la dispersione dei voti e quindi quello di restare con il cerino acceso fra le dita. Altro rischio, che per’altro stiamo già constatando, quello delle divisioni interne al nostro mondo e a quello associativo.
Senza contare poi il “mondo di mezzo” quello del “fai da te”, quello più dannoso. Ora basta postare un video sui social realizzato con il telefonino e ricevere una manciata di like (e cuoricini) per ergersi a paladini della caccia credendo di avere il mandato per rappresentarla. Non funziona così .. .
Fin qui tutto bene ma sappiamo che oggi la caccia è l’ultimo dei nostri problemi e non è sufficiente parlare di tortora, allodole e fringuelli o della riapertura dei roccoli, cosa che non avverrà, per poter fare il consigliere regionale o il deputato. Occorre ben altra preparazione in quanto non si tratta di un dopo-lavoro, ma di un impegno civile responsabile a tempo pieno, prima ancora che politico. Oggi si parla di salute pubblica, di welfare, d’infrastrutture, di ambiente e di biodiversità, di green e di economia.
Oggi si devono fare i conti con l’aviaria e con la PSA che non sono situazioni inventate da chi è contro la caccia ma reali minacce per la salute pubblica.
La caccia è aperta Una ultima riflessione. E’ giusto avere dei riferimenti politici, esprimere candidati che abbiano a cuore anche la nostra passione, ma occorre fare delle valutazioni serie e mirate. Puntare magari su meno candidati, per avere la certezza di farli eleggere, emagari individuarne qualcuno di spessore culturale scientifico e tecnico. Occorre tessere trame politiche e accordi scritti prima del voto, sapendo bene che la strada è tutta in salita e chi vi promette miracoli … mente.
Michele Casale
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