Via all’ ITER di modifica della 157

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DDL caccia – un percorso tortuoso e in salita – si parte dal Senato

Ddl protezione fauna selvatica e prelievo venatorio

Via all’ ITER di modifica della 157  -La nuova 157 punta a regolare l’attività venatoria in base a uno scenario della fauna selvatica che negli ultimi anni è profondamente cambiato rispetto ai primi anni ’90, quando fu varata la legge 157/92 sulla “protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio”. La riforma presentata dal Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida al Consiglio dei ministri mira a modernizzare e aggiornare le normative, tenendo conto delle nuove dinamiche della fauna e delle esigenze di gestione del territorio.

Tra le principali novità, emerge l’introduzione di calendari venatori più lunghi, che consentono una maggiore flessibilità nelle attività di caccia, e la creazione di imprese faunistico-venatorie, ovvero nuove strutture imprenditoriali dedicate alla gestione della fauna selvatica e alla caccia sostenibile. Questi cambiamenti sono stati proposti anche per favorire un equilibrio tra attività venatoria e tutela ambientale, cercando di rispondere alle critiche e alle preoccupazioni delle associazioni ambientaliste e animaliste, che avevano accusato il Governo di voler liberalizzare troppo la caccia a discapito della fauna selvatica.  Quindi no alla licenza a sedici anni, no alla caccia sulle spiagge, no alla caccia notturna, no alla caccia nelle aree protettee ecc ecc -.

Il testo di modifica al decreto legge è stato depositato al Senato dai capigruppo di maggioranza (Malan per FdI, Romeo per la Lega, Gasparri per Forza Italia e Salvitti per il Misto), segnando un passo importante nella riforma della normativa venatoria italiana. La nuova legge si propone di garantire una gestione più efficace e sostenibile delle risorse faunistiche, adattandosi alle mutate condizioni ambientali e alle esigenze di tutela e utilizzo della fauna selvatica.

Si evidenzia come, nonostante le recenti accuse da parte delle associazioni ambientaliste e animaliste che accusano il Governo di voler liberalizzare la caccia, mettendo a rischio la fauna selvatica, il governo stia invece procedendo con una proposta legislativa finalizzata a regolamentare più efficacemente l’attività venatoria. Questa iniziativa si basa sulla consapevolezza che la situazione della fauna selvatica è cambiata profondamente negli ultimi anni, rendendo obsoleti i criteri e le normative risalenti agli anni ’90, quando fu approvata la legge 157. Insomma, si tratta di un tentativo di aggiornare e adattare la regolamentazione della caccia alle nuove realtà ecologiche e ambientali, contrariamente alle accuse di liberalizzazione indiscriminata.

La crescente proliferazione della fauna selvatica in molte regioni italiane sta causando gravi conseguenze economiche per il settore agricolo. Recentemente sono stati segnalati danni significativi ai raccolti di aziende vitivinicole e ortofrutticole causati da animali come daini, caprioli e cinghiali. Questa situazione contribuisce anche all’aumento degli incidenti stradali coinvolgenti animali selvatici, con potenziali rischi per la sicurezza stradale.

Inoltre, la diffusione del virus della Peste suina africana, trasmesso attraverso i veicoli contaminati e la presenza di cinghiali infetti, rappresenta una minaccia grave per l’economia. Sebbene questa malattia non sia trasmissibile all’uomo, può causare danni economici stimati intorno ai 2 miliardi di euro all’intera filiera della produzione di salumi italiani, qualora i mercati esteri decidessero di bloccare l’export a causa della diffusione del virus.

Il testo della relazione, frutto di oltre un anno di approfondimenti, si basa su audizioni con le principali associazioni coinvolte, incluse quelle animaliste e ambientaliste. Esso affronta anche gli squilibri causati dalla mancanza di controllo sulla fauna selvatica, evidenziando come questa situazione non influenzi solo l’attività umana ma anche l’ecosistema nel suo insieme.

Il documento depositato al Senato beneficerà di tempi di approvazione più rapidi, poiché la preparazione del testo di base ha già ricevuto l’approvazione dei ministeri competenti e si è verificata la compatibilità con le direttive europee pertinenti. Inoltre, questa procedura consentirà al Parlamento di ascoltare tutte le parti interessate prima di procedere ulteriormente.

Il testo evidenzia anche come la normativa affronti un aspetto cruciale della gestione venatoria, ovvero la definizione dei calendari venatori regionali. In particolare, si sottolinea che le regioni, utilizzando dati scientifici accurati e tenendo conto delle caratteristiche territoriali specifiche, avranno la possibilità di posticipare la chiusura dell’attività venatoria per alcune specie oltre la prima decade di febbraio. Questa flessibilità mira a garantire una gestione più sostenibile e rispettosa delle dinamiche ecologiche locali.

Infine il testo descrive un provvedimento che, come spiegato da chi ha lavorato al dossier, prevede diverse novità riguardanti le attività faunistico-venatorie. In particolare, il provvedimento consente alle regioni di autorizzare l’istituzione di aziende faunistico-venatorie costituite sotto forma di impresa. Questa modifica amplierebbe le condizioni di accesso e di esercizio di tali attività, offrendo opportunità economiche anche in aree periferiche. Inoltre, contribuirebbe a migliorare la gestione e la tutela dell’ambiente su un’estensione di oltre 2 milioni di ettari. Infine, la modifica avrebbe anche un impatto positivo sul piano fiscale, permettendo l’applicazione di un regime fiscale più coerente con il carattere imprenditoriale delle aziende faunistico-venatorie.

Via all’ ITER di modifica della 157

Si tratta ovviamente di un segna positivo ma vi sono alcune cose, il così detto “rovescio della medaglia” che convincono poco :

‘ : È iniziato il processo di modifica attraverso una proposta di iniziativa parlamentare presentata dai capigruppo di maggioranza, segno di un certo rallentamento rispetto a un percorso più rapido come potrebbe essere quello di un decreto o di un collegato.
̀ : La mancata volontà di alcune figure chiave, come la Premier Meloni, di intestarsi direttamente la proposta, suggerisce delle tensioni o delle resistenze all’interno della maggioranza. Questo potrebbe influire sulla velocità e sulla volontà politica di portare avanti la legge.
: La strada sarà lunga e articolata, prevedendo:
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Lavori sulla parte emendativa, con migliaia di emendamenti.
: La mancanza di una fiducia pronta e l’incertezza sulla volontà di considerare questa legge come prioritaria indicano che il percorso potrebbe essere complicato e richiedere molto tempo.
Il commento vero lo faremo alla fine nella speranza che questo DDL veda la luce entro fine anno . 
C&D
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