Numero di cacciatori: in Germania aumentano e in Italia calano
Numero di cacciatori: in Germania aumentano e in Italia calano
La Caccia in Germania: Un Fenomeno in Controtendenza che Interroga l’Europa
Il modello tedesco dimostra che la caccia può attrarre nuove generazioni
Mentre la maggior parte dei Paesi europei registra un costante declino nel numero dei praticanti, la Germania si distingue come una sorprendente eccezione nel panorama venatorio. Negli ultimi trent’anni, il numero dei cacciatori tedeschi è cresciuto in modo esponenziale, registrando un aumento del 41%. Un fenomeno che non solo capovolge la tendenza continentale, ma che mostra anche un profondo cambiamento sociologico e culturale nel Paese, attirando l’attenzione e l’interesse delle associazioni venatorie di tutta Europa.
Un Profilo del Cacciatore Tedesco in Evoluzione
L’incremento numerico è affiancato da una trasformazione significativa del profilo del cacciatore:
- Gender: Negli ultimi dieci anni, la rappresentanza delle donne è salita al 28%, segno che la caccia non è più percepita come un’attività esclusivamente maschile.
- Provenienza: L’attività venatoria non è più appannaggio delle sole aree rurali: la quota di coloro che abitano in città è salita al 23%, indicando un interesse che travalica il contesto agricolo.
- Età: L’età media dei cacciatori è scesa da 35 a 33 anni, suggerendo un ricambio generazionale più efficace rispetto ad altre nazioni.
Fattori di Successo: Ambiente e Consumo
Cosa rende la Germania un caso così unico? L’analisi suggerisce una confluenza di fattori sociali e culturali che hanno riposizionato la figura del cacciatore nella società:
- I Cacciatori come Protettori Ambientali: Si è diffusa una percezione positiva che inquadra i cacciatori non più solo come prelevatori di fauna, ma come protettori dell’ambiente e, di conseguenza, del clima. Questo allineamento con le sensibilità ecologiste moderne conferisce alla pratica venatoria un ruolo di gestione e conservazione del territorio.
- L’Evoluzione dei Consumi Alimentari: Parallelamente, sono cambiati i consumi alimentari dei tedeschi. La tendenza generale è quella di mangiare meno carne, ma di qualità migliore. La selvaggina, considerata una risorsa locale, tracciabile ed ecologica, risponde perfettamente a questa domanda di cibo etico e sostenibile, creando un legame diretto tra caccia e tavola di alta qualità.
In Italia ? – L’Iniziativa di FACE e Federcaccia
Questa dinamica tedesca rappresenta un modello di studio fondamentale per le associazioni venatorie europee. L’interrogativo è chiaro: Cosa differenzia la Germania dalle restanti nazioni europee e fa sì che il numero dei cacciatori praticanti nel Paese sia aumentato?
Da questa domanda ha preso spunto l’iniziativa della Federazione Italiana della Caccia (Federcaccia) di promuovere sul tema una specifica riunione di lavoro del Comitato direttivo di FACE (Federazione delle associazioni venatorie europee), tenutasi lo scorso 4 novembre a Roma.
Come sottolineato dal Presidente FACE, Laurens Hoedemaker, aprendo i lavori, il tema è di grande interesse e importanza per tutti i cacciatori, e non solo per le Associazioni che li rappresentano, poiché dal successo nel reclutamento e nel mantenimento dei praticanti “dipende inevitabilmente il futuro stesso della caccia”. In Italia, infatti, l’obiettivo dichiarato è l’inversione della tendenza del calo dei cacciatori.
Il modello tedesco dimostra che la caccia può attrarre nuove generazioni e segmenti della popolazione, a patto di riuscire a integrarsi con le nuove sensibilità socio-culturali, ponendo l’accento sul ruolo di gestione faunistica, sostenibilità ambientale e fornitura di cibo di qualità. La lezione tedesca potrebbe essere la chiave per il rilancio dell’attività venatoria in tutta Europa.
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