La Lipu a Meloni: Stop alla Riforma della Caccia

La Lipu a Meloni: Stop alla Riforma della Caccia, è “La Peggior della Storia Recente”

Un azione arbitraria, pretestuosa e priva di senso e di conoscenza, con il solo scopo di far chiudere la caccia- L’aggiornamento della 157 in atto potrebbe essere addirittura peggiorativo … . 

ROMA. – La Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu) lancia un accorato appello, accompagnato da una petizione, direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché fermi l’iter della riforma della legge nazionale sulla caccia (la 157/92), promossa dalla maggioranza che sostiene il suo governo. L’organizzazione ambientalista definisce il progetto di modifica come “la peggior della storia recente italiana in tema di natura“.

La legge 157/92 è considerata dalla Lipu un “limite importante alla caccia” e, lungi dal dover essere smantellata, ogni sua modifica dovrebbe piuttosto accentuare “le misure di protezione” per renderne possibile “un’attuazione piena”, non promuovere, come temuto, “la distruzione della natura“.

Vista la centralità e il “coinvolgimento del Consiglio dei ministri nel dare il via libera al ddl”, gli uffici della Lipu hanno preparato una petizione rivolta direttamente a Giorgia Meloni, chiedendole di intervenire per bloccare la riforma.

Un Passo Indietro di 60 Anni

Lanciando la raccolta firme a sostegno della petizione, la Lipu esprime la sua ferma convinzione che la riforma promossa dai capigruppo del centrodestra al Senato riporti il quadro normativo “indietro di 60 anni”. Uno scenario che, secondo gli ambientalisti, evoca un periodo in cui “si cacciava in primavera, si catturavano senza sosta piccoli uccelli migratori e pochissime regole governavano l’attività venatoria”.

Le Contestazioni Principali

La riforma è contestata in blocco, ma il grido d’allarme della Lipu si concentra su alcuni punti ritenuti particolarmente gravi. In cima alla lista vi sono la temuta riapertura degli impianti di cattura dei richiami vivi e l’estensione della stagione venatoria anche a febbraio, andando a toccare specie in piena fase migratoria o riproduttiva.

A queste si aggiungono altre disposizioni che, secondo l’associazione, minano la tutela faunistica, tra cui:

  • La possibilità di caccia in aree demaniali.
  • La liberalizzazione degli appostamenti fissi.
  • La potenziale riduzione delle aree protette.
  • La concessione di una licenza automatica ai cacciatori stranieri.
  • Lo svilimento del ruolo dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’organo scientifico tecnico dello Stato.

La Lipu chiede dunque al governo di fare un passo indietro, ribadendo che la protezione della fauna e della biodiversità non può essere sacrificata a favore di un ampliamento delle pratiche venatorie.

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