Emilia Romagna – rivedere subito il piano di controllo colombaccio
Emilia Romagna – rivedere subito il piano di controllo colombaccio
Il piano di controllo del colombaccio in Emilia Romagna è un tema che suscita dibattito tra le varie parti interessate, inclusi i cacciatori, gli agricoltori e le associazioni ambientaliste. Rivedere questo piano può comportare una serie di considerazioni, come la gestione sostenibile della popolazione di colombacci, la protezione della biodiversità e il rispetto delle normative vigenti.
Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa giunto in redazione che parla dell’interrogazione alla Giunta regionale dei consiglieri Evangelisti e Bocchi.
CONTROLLO DEL COLOMBACCIO, BOCCHI (FdI): “GIUNTA RIVEDA IL PIANO E SI CONCENTRI SU PICCIONI DI CITTA’, VERI RESPONSABILI DEI DANNI AGRICOLI”
BOLOGNA, 25 FEBBRAIO 2025 – Dubbi sui benefici per l’agricoltura e preoccupazione per i potenziali danni alla fauna e all’esercizio venatorio. Priamo Bocchi e Marta Evangelisti, consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, hanno presentato un’interrogazione alla Giunta Regionale, chiedendo chiarimenti sul Piano quinquennale di controllo del colombaccio, che prevede l’abbattimento di 11.000 esemplari all’anno fino al 2029, anche nei mesi primaverili di cova.
“Come si distingue il danno dei colombacci da quello dei piccioni, se la stessa delibera che dispone il piano ammette che le due specie si associano spesso?” chiede l’esponente di FdI Bocchi, sottolineando l’incertezza delle stime e contestando la fondatezza dei dati sui danni agricoli attribuiti al colombaccio, stimati in appena 240.412 euro tra il 2016 e il 2023, a fronte di oltre un milione di euro causati dai piccioni di città.
Il consigliere teme anche che l’abbattimento nel periodo riproduttivo possa compromettere l’equilibrio faunistico, influendo sulla popolazione dei colombacci a livello nazionale: “Un intervento siffatto colpirebbe anche quegli esemplari che nella migrazione primaverile rinforzano quelli stanziali. È un rischio troppo alto per un danno così limitato” avverte Bocchi.
Secondo il meloniano, un piano straordinario di controllo per danni annui di circa 30mila euro non è giustificato: “Persistere nel consentirne l’abbattimenti nel periodo autunnale, dal primo settembre o nel periodo di preapertura, aumentando magari le giornate di caccia o il numero massimo di capi giornalieri prelevabili sarebbe più logico. Il controllo va fatto, ma con equilibrio e su basi certe” chiarisce Bocchi, chiedendo alla Giunta di rivedere il piano concentrandosi sui piccioni di città, principali responsabili dei danni agricoli.
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