Caccia: ora guardiamo avanti, all’Europa e al dialogo.

Quello che è avvenuto ieri in Commissione al Senato, in merito all’emendamento 16/10  sull’uso dei richiami vivi di cattura, è un atto di forte sostegno alla caccia tradizionale. Ora occorre che questo segnale si tramuti in qualcosa di più, per dimostrare come la “caccia” non sia solo un osservatorio speciale per la gestione della fauna , ma  anche promotrice di una spinta per il miglioramento ambientale. Come avviene in altri paesi europei, dove i cacciatori dialogano con il mondo agricolo ma anche con quello ambientalista. Ecco come le associazioni nazionali vedono ed intendono la questione.download

Le Associazioni Venatorie Federcaccia Arci Caccia, ANUUMigratoristi, Enalcaccia e Liberacaccia, insieme al CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura esprimono una valutazione positiva per l’impegno espresso dal Senato per superare la procedura d’infrazione europea sulla normativa italiana per i “richiami vivi”. La materia è complessa, riguarda sensibilità assai articolate e, giustamente, per trovare una sintesi, si sono ascoltati tutti i portatori d’interesse. Il lavoro fatto al Senato ha coniugato i valori e l’importanza di tradizioni antiche e radicate con l’esigenza di rispondere “scientificamente” alle richieste di una corretta e sostenibile gestione e fruizione della fauna selvatica. In questo contesto occorre la massima attenzione anche per gli “uccelli da richiamo”. È priorità del mondo venatorio l’interesse di tutela e conservazione delle “specie”, nonché corrispondere a quanto l’Europa chiede per la loro detenzione e impiego nel rispetto delle norme sul benessere animale. I cacciatori italiani chiedono, senza manipolazioni strumentali, di “vivere” l’attività venatoria così come è negli altri Paesi europei, laddove la collaborazione fra cacciatori, Birdlife-Lipu e agricoltori è nella consuetudine. In Italia, i “portatori di pregiudiziali ideologiche”, anche su queste tematiche, producono “danni” a un Paese già in forte sofferenza. L’emendamento approvato fissa con chiarezza le competenze dello Stato centrale e del Governo delegato alla scrittura delle regole di dettaglio per le reti da utilizzare, che dovranno essere identiche a quelle usate dagli altri Paesi europei e le stesse per l’inanellamento e la cattura ai fini di richiamo. Il Decreto del Governo regolamenterà inoltre i tempi, le quantità e quanto altro necessario per mettere le Regioni nella certezza del diritto ed evitare anche errori del passato. Questa è l’Europa come sanno bene i Commissari, ai quali chiediamo linearità e omogeneità di comportamenti con gli altri Paesi. La sfida in positivo, questa volta, assegna un ruolo più importante alla scienza e alla conoscenza per rendere le tradizioni compatibili con il futuro e in questo contesto l’emendamento rilancia il ruolo fondamentale e insostituibile della ricerca, anche attraverso un Istituto, l’Ispra – che deve essere messo in grado di adempiere correttamente ai propri compiti – e che talvolta si tenta impropriamente di strattonare da parte degli “estremisti” dei diversi schieramenti. L’insegnamento che raccogliamo da questa esperienza è quello di mettere ancora di più il mondo venatorio al servizio dei cittadini. È tempo di risolvere le questioni delle nostre campagne anche in tema di fauna selvatica e confermiamo la volontà di procedere, con rinnovato impegno, alla costruzione di un “Tavolo del buon senso, della buona volontà e della collaborazione” per concorrere, anche con l’economia della gestione faunistica, ad una migliore qualità della vita per tutti e a maggiori opportunità per il Paese.

Federcaccia, Enalcaccia, Arci Caccia, Liberacaccia, ANUUMigratoristi e CNCN

Roma, 24 luglio 2014

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2 Commenti

  • gianni poggia

    è ora di passare al contrattacco basta aspettare le mosse degli ambientalisti dobbiamo iniziare a riprenderci il diritto di andare a caccia in maniera dignitosa senza assurde restrizioni che esistono solo da noi in italia ridateci le nostre cacce tradizionali è ora di richiedere qualcosa in più basta con le continue restrizioni

  • francesco gervasoni

    non si capisce bene e questo gia’ da anni perche sia cosi difficile in italia fare una buona volta,una legge chiara senza tanti trabocchetti, come in tutti gli altri paesi europei e che non solo tuteli i cacciatori nei loro diritti ma anche che vengano rispettati come cittadini onesti e non come succede spesso, da parte di persone molto dubbie vengano diffamati con scritti e video calunniosi in più neanche chi è preposto per difendere i nostri diritti non interviene come spetterebbe ad ogni cittadino, viva la caccia,le tradizioni e chi ci può aiutare

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