La carica dei 55: tutti contro il DDL caccia
La carica dei 55: tutti contro il DDL caccia
Riprendiamo in sintesi quanto pubblicato dal Corriere della Sera – Un articolo “contro” dove si fa riferimento alla bellezza di 55 associazioni e gruppi (di tutto e di più) – da quelli ambientalisti e animalisti, fino a gruppi isolati di podisti della domenica, micologi ed escursionisti, che si lamentano dei tempi di lavoro delle Commissioni Agricoltura e Ambiente e che, scopo finale, bloccare le necessarie modifiche alla 157.
La principali preoccupazioni e critiche sono le seguenti contro il DDL caccia:
- Accelerazione delle procedure parlamentari: Le associazioni denunciano un calendario troppo serrato, con sedute anche notturne e senza limiti di orario, principalmente impostate dal presidente della commissione Agricoltura, Luca De Carlo, di Fratelli d’Italia. Questo metodo viene visto come una forzatura che favorisce risultati parziali e poco trasparenti, con l’obiettivo di approvare il provvedimento in tempi utili per le campagne elettorali regionali.
- Contenuto e impatto del disegno di legge: La legge prevede un ampliamento delle deroghe e delle possibilità di caccia, con meno limitazioni su calendari e specie cacciabili, e un decentramento delle decisioni a livello regionale, aumentando il potere degli enti locali. Le associazioni ritengono che questa riforma sia dannosa per l’ambiente, la biodiversità e la salute pubblica, e che favorisca una parte estremista della comunità venatoria.
- Critiche sul metodo e sulla priorità delle questioni: Le associazioni contestano il metodo rapido e il fatto che il Parlamento non si occupi di altre questioni considerate più urgenti, come la crisi della biodiversità e le sfide dell’agricoltura italiana legate ai cambiamenti climatici. Accusano il provvedimento di essere una priorità solo per interessi elettorali e di rappresentare una pressione di gruppi venatori estremisti.
- Interventi di legge improvvisi: La modifica delle norme sui valichi montani, che permette di autorizzare la caccia in risposta a sentenze dei tribunali che avevano sospeso l’attività venatoria in Lombardia, viene vista come una mossa politica volta a favorire gli interessi di alcune parti del mondo venatorio.
- Appello ai parlamentari: Le associazioni invitano i rappresentanti di tutti gli schieramenti a fermarsi e riflettere, sostenendo che il testo viola la Costituzione, norme europee, danneggia gli agricoltori, e mette a rischio ambiente, salute e sicurezza.
In sintesi, le associazioni chiedono di fermare l’approvazione di un provvedimento che considerano dannoso e ingiustificato, sottolineando l’importanza di tutelare l’ambiente e la biodiversità contro una riforma percepita come troppo influenzata da interessi di parte e poco rispettosa delle normative e delle priorità nazionali e europee.
Fonte: Corriere della Sera
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