FIDC Bergamo – il cambio della guardia

FIDC Bergamoil cambio della guardia – Vittorio Bornaghi nuovo presidente provinciale –

Succede a Lorenzo Bertacchi che ha compiuto i due mandati.  

Questo è l’anno dei cambiamenti per la Federcaccia, anche il presidente nazionale Dall’Olio, giunto a fine mandato, sarà sostituito da una nuova figura. Tra pochi giorni sarà annunciato anche il nuovo presidente regionale lombardo. con Mauro Cavallari destinato a Roma come vicepresidente nazionale. A Brescia si va verso la riconferma di Marco Bruni.

 

 Nella serata di mercoledì 17 aprile è stato eletto il nuovo Presidente Provinciale della Federcaccia di Bergamo e tutte le cariche principali.

FIDC Bergamo

Michele Bornaghi (al centro) nuovo presidente FIDC Bergamo

FIDC BergamoMichele Bornaghi, di Treviglio 36 anni, consulente in uno studio commerciale e di revisione legale in Bergamo, classe 1982 è il nuovo presidente di Federcaccia Bergamo, l’Associazione con più iscritti in provincia. Nella squadra di Bornaghi ci saranno Dante Todeschini quale Segretario e i Vicepresidenti Giovanni Morlotti, Rolando Foresti e Lorenzo Bertacchi.
L’ex Presidente Bertacchi, candidato alla guida regionale della FIDC lombarda, ha dato la disponibilità per un anno da Vicepresidente per facilitare il passaggio di consegne. Bornaghi, Todeschini e Morlotti infatti sono neoeletti in Consiglio. Completano la Giunta Maurizio Volpi, Augusto Malenchini e Francesco Bassanelli (Presidenti rispettivamente del CAC Prealpi Bergamasche, dell’ATC Pianura Bergamasca e del CAC Valle Seriana) insieme al consigliere Antonio Fontana. Il Consiglio Direttivo, composto da 28 componenti, si è rinnovato per oltre il 50% e alla prossima seduta si procederà con l’organizzazione delle commissioni e la programmazione delle iniziative dell’associazione.

FIDC Bergamo – conoscimo meglio il nuovo Presidente di Federcaccia Bergamo. La caccia agli anatidi in tesa per lei è una delle grandi passioni della vita.
“Ho iniziato in tenera età, una passione presa da nonno Franco, proseguita in famiglia, che condivido con tanti amici dai 20 ai 70 anni. Oggi caccio principalmente con mio zio Chicco, capita di farlo in diverse zone d’Italia e anche all’estero alla selvaggina migratoria”.
Cosa l’ha spinta a impegnarsi nell’attività associativa?
“Sono onorato e fiducioso per la squadra che si è formata, in particolare tutta la Giunta con i tre Vicepresidenti, i quattro Consiglieri e il segretario davvero competenti. Sono orgoglioso di concedere me stesso, il mio tempo e le mie capacità alla difesa e alla tutela della caccia, convinto che servire Federcaccia resti il miglior modo di servire la caccia. L’unità d’intenti tra le associazioni deve essere il veicolo fondamentale per tutelare la caccia, prova ne è quanto avvenuto in Francia, dove in forza della coesione è stato approvato il reato di disturbo all’attività venatoria quando in Italia invece si susseguono disegni di legge che hanno l’obiettivo di chiudere la caccia in modo subdolo, nascondendosi dietro alla pubblica sicurezza o al rinnovo del porto d’armi”.

Senza dimenticare tutto l’indotto che si crea con l’attività venatoria.

“Pur non avendo oggi interessi economici nel settore, posso dire che negli altri stati europei la caccia è presente nel tessuto sociale. Nel nostro viene bistrattata. In Italia ci sono la maggior parte delle imprese europee legate alla caccia e al tiro, senza dimenticare tutto l’indotto che genera. In caso di una sua chiusura si metterebbero in difficoltà molte famiglie italiane. Il settore è una delle eccellenze italiane nel mondo”.

La caccia è ormai proiettata nel futuro nel nome della ricerca scientifica, fiore all’occhiello di Federcaccia.
“Sono nato come cacciatore con la legge del 1992 ed è chiaro che la visione di tutela in ottica futura non può essere immaginata come un ritorno al passato. Oggi c’è la necessità di garantire l’avvenire della caccia difendendola sia come tradizione che come componete del tessuto sociale. La caccia deve tornare ad avere un suo ruolo riconosciuto ed apprezzato come avviene negli altri paesi europei e ci sarà da lavorare in comunicazione, informazione e ricerca. L’arte venatoria è un diritto dei cacciatori e una tradizione, un patrimonio da preservare e tramandare alle future generazioni”.

Sono passati pochi giorni dalla sua nomina a Presidente: ha già qualche nuova idea per il futuro della caccia a Bergamo?
“Proseguiremo la linea tracciata dal precedente Consiglio. Particolare attenzione sarà rivolta ai corsi formativi e abilitativi nonché al rapporto con le realtà territoriali vicine alla nostra. Desidero incontrare le istituzioni, associazioni agricole, il mondo della pesca, Fipsas, Cai… Sono anche pescatore, una disciplina complementare alla caccia nel segno delle stagioni, in particolare luccio e trota in torrente. C’è continuità con la Presidenza Bertacchi anche in tema di comunicazione affinchè sia riconosciuto il ruolo del cacciatore dall’opinione pubblica e dalle nuove generazioni anche con programmi per le scuole. La caccia esercita un’attività sostenibile, di salvaguardia delle biodiversità e degli equilibri ambientali. Il cacciatore rappresenta un’utilità sociale ed una risorsa per gli enti locali”.

E ìl tempo di lavorare ed essere subito sul pezzo, la prossima stagione venatoria non è lontanissima.
“A breve verrà convocata la consulta per vedere il calendario venatorio integrativo. Sarà fondamentale prima di questo incontro trovarsi con i Presidenti dei Comprensori/Ambito e delle altre associazioni venatorie per fare un punto comune sulle esigenze di calendario. Sono fiducioso sul futuro, sarò il Presidente di tutta la provincia di tutti i Federcacciatori di Bergamo, dalla Bassa all’alta montagna”.

Fonte: FIDC Bergamo

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